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Nel cuore del Friuli apre le sue porte una storica abitazione, pervasa dallo “spirito” del verismo: è Casa Danieli a Buttrio, sede della Fondazione Luigi Danieli, a lungo riferimento di vita per la famiglia Danieli-Beltrame che arreda le sue stanze con le opere di Francesco Danieli (1853-1922), artista formatosi a fine Ottocento negli ambienti della scuola veronese del verismo, diventato poi protagonista della pittura nazionale del suo tempo con opere presenti alla Biennale di Venezia così come alla grande Esposizione internazionale di Roma.

Sono 49 i ritratti e paesaggi che, dalle pareti di Casa Danieli, in un itinerario che abbraccia molte stanze della vasta dimora, si snodano lungo la mostra “Francesco Danieli. Il pittore del vero”, visitabile gratuitamente fino al 26 ottobre: anche oggi, 12 ottobre, dalle 10 alle 15, e nei due weekend successivi, il 18 e 19, e il 25 e 26 ottobre negli stessi orari. Un percorso espositivo promosso e curato dalla Fondazione Luigi Danieli, presieduta da Annachiara Danieli, che si snoda proprio negli appartamenti dove ha vissuto la famiglia Beltrame/Danieli, oggi adottati dalla Fondazione Luigi Danieli nel segno di una nuova vocazione culturale.
Sono dieci gli ambienti chiamati ad accogliere la mostra “Francesco Danieli. Il pittore del vero”, schiudendo un percorso espositivo di 49 opere appartenenti alla Collezione della Fondazione Luigi Danieli, con apporto anche dalla Collezione privata di Ada Maria Danieli. L’itinerario parte, simbolicamente, con l’Autoritratto, capace di catalizzare l’attenzione sulla forza penetrante dello sguardo del “pittore del vero”. E subito dopo, nel medesimo spazio, Sul monte restituisce l’attenzione del pittore per il paesaggio e i maestosi scenari naturali. Una galleria di tredici ritratti di famiglia, dipinti fra il 1878 e il 1915, ispira la sala successiva, testimonianza di una perizia tecnica perseguita e raggiunta nell’arco della carriera. Dal fratello maggiore Filotimo Danieli alla moglie di questi, Anna Beltrame Danieli, e dal nipote Mario e alla sua sposa Ada Riva Danieli, i familiari di Francesco Danieli sfilano tutto intorno, catturati nella loro quotidiana “verità”. Nelle tre sale successive scorre una delicata sequenza di paesaggi friulani e veneti, espressione della sensibilità artistica di Francesco Danieli nel suo rapporto con la natura e l’umanità che la “vive” ogni giorno. Negli ambienti che seguono il focus si sposta più chiaramente sui momenti di vita domestica e contadina. Ecco, fra gli altri, La lezione di cucito, Fanciulla pensierosa, Ritratto di bambina con veste blu. Nelle ultime due sale si torna all’esterno, nei luoghi cari del territorio: Sul torrente Torre e immersi in un Paesaggio invernale che restituisce perfettamente la stagione “dormiente”, per chiudere nell’ultima sala con Riflessi azzurri, ancora un paesaggio di campagna sotto i raggi di uno spicchio di luna: con quest’opera Francesco Danieli partecipava nel 1895 alla sua prima Biennale di Venezia.
A corredo della mostra, il volume “Francesco Danieli. Il pittore del vero” pubblicato da Forum editrice e curato da Magalì Cappellaro: un contributo prezioso per approfondire la vita, l’itinerario artistico e, soprattutto, l’ampiezza della produzione pittorica di Francesco Danieli, che si è formato ed è cresciuto a Verona all’Accademia Cignaroli sotto la guida di Napoleone Nani, è stato poi protagonista della scena artistica veronese e quindi nazionale del verismo, tra Ottocento e Novecento.

Nato a Strigno, in Trentino, nel 1853, Francesco Danieli si iscrive all’Accademia Cignaroli e Scuola Brenzoni di Pittura e Scultura di Verona, dove si era trasferita la famiglia. Nella sua formazione è influenzato da Napoleone Nani e Angelo Dall’Oca Bianca. Il primo, direttore e professore di Pittura dell’Accademia di Verona, ha contribuito a spostare l’interesse, nella scena pittorica veronese, dai temi del mito e della storia classica a quelli della pittura di genere e del paesaggio, secondo una tendenza stilistica che si stava diffondendo in quel giro d’anni. Il secondo, pittore di punta della scena artistica veronese di fine Ottocento, fu allievo di Nani negli stessi anni di Danieli e fu il primo ad assimilarne la lezione, orientata al naturalismo e a un approccio sincero nei confronti della realtà, anche se Danieli non ha mai ceduto al colorismo acceso e vibrante tipico del compagno di Accademia. La vicenda artistica di Francesco Danieli è strettamente legata alla Società di Belle Arti veronese, alle cui esposizioni partecipò con continuità dalla fine degli anni Settanta, ancora in veste di studente, fino al 1912, riscuotendo consensi e buone recensioni da parte della critica. Nell’Esposizione scaligera del 1892 l’opera intitolata S’avvicina il temporale fu premiata con la medaglia d’oro dal Ministero della Pubblica Istruzione e fu acquistata dalla Cassa di Risparmio e oggi è confluita nell’importante collezione d’arte della Fondazione Cariverona. Quest’opera è il manifesto della sua piena maturità artistica poiché emerge chiaramente la sua capacità di elevare a un significato superiore la narrazione della scena grazie alla descrizione del paesaggio e alla resa naturalistica dei singoli dettagli. Nei suoi quadri di genere, i protagonisti della narrazione sono uomini e donne la cui vita è strettamente legata ai cicli della terra e della natura, con le quali viene sempre a instaurarsi un rapporto di idillio e armoniosa convivenza. Anche Milano fu la città in cui Danieli espose con continuità per quasi trent’anni fino al 1914, nonché Venezia dove partecipò a quattro edizioni della Biennale: alla prima nel 1895, poi nel 1899, nel 1901, infine nel 1905. Lontano da mode o imposizioni, Danieli ha interpretato lo spirito più autentico e spontaneo della vita contadina e dei paesaggi veneti e friulani tanto amati. La sua arte «conquista qualsiasi animo aperto alla bellezza; non appartiene a nessuna scuola; è il canto appassionato di un tenero amante», e crea quell’atmosfera serena, laboriosa, semplice e onesta che la Fondazione Danieli intende perseguire in ogni sua attività.

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In copertina, un autoritratto di Francesco Danieli; all’interno, due opere presenti nella grande mostra di Buttrio.

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